“Nero, rosso, giallo, bianco. Sembra essere questa la declinazione dei modi della pittura di Giancarlo Bargoni, almeno da una decina d’anni. Intendo dire che la gamma delle potenzialità del suo gesto, l’intensità delle forme espressive che questo evidenzia, il ventaglio cromatico attraverso il quale irrompe di fronte al nostro sguardo il corpo delle immagini delineate dalla sua pittura, si sostanzia attraverso il ricorso a quei quattro colori che sono quanto di più “classico” si possa immaginare. Classico, proprio facendo riferimento ai colo- ri “naturali” della classicità ” inventata” dai romantici, ma ambita già nel Rinascimento. Sono i colori della necrosi, della fossilizzazione, del sangue, della gamma delle terre che la luce traduce in valenze solari, della perfezione dei gessi e dei marmi. Ma si tratta anche di colori allusivi, altamente evocativi che proprio nel periodo rinascimentale paiono definirsi compiutamente.” (Bruno Bandini)
BARGONI
«Expressionniste son art? Non, car ici aucun discours, aucune anecdote. C’est la chair même de la peinture qui est expressionniste. Ce n’est rien d’autre qu’elle que la peinture possède en ces métamorphoses, sans que l’on sache qui commande à l’autre, tant leur entente est fusionnelle. Pour que l’embrasement, l’incandescence actuels ne se perdent pas dans une gratuité spectaculaire mais rapidement insignifiante, il était essentiel de maîtriser, dominer, mettre dans l’ordre qui donne sens au désordre et à l’excès. Bargoni a voué sa vie à son art, pour qu’aujourd’hui la peinture, telle une amante soumise parce que comblée, s’épanouisse enfin sur la toile dans son aveuglante et splendide nudité.» (Laurence Izern)