BARGONI

2018

Capitolo Bianco 

Con la pittura affronto da sempre, senza compromessi, i tratti fondamentali della mia condizione di vivere: paure, ansie, gioie, sogni, incubi. Il linguaggio, cioè la tecnica che ho approfondito e modificato nel corso di tanti anni, chiarisce, nel modo più vero e intenso possibile, l’indicibilità dei miei incontri con il tempo, cioè con la morte. 

Questo motiva la continua invenzione di una luce, anche fisica e, quando compare, io intravvedo un significato al mio lavoro.  Qui ho raccolto una decina di quadri, dove il bianco è il colore dominante.
La scelta dei colori è sempre un percorso: il colore di partenza è il momento della volontà, i colori che seguono, il resto del lavoro cioè, si sforzano di trascorrere dalle mie mani alle tele senza interruzioni mentali, trascinati dal flusso di immagini, sensazioni e ricordi, dall’ispirazione insomma.
Lavorare con il bianco è quasi come ripartire subito dopo che la musica si è fermata, concentrarsi sull’eco delle ultime note, o ricomporre i frammenti della tensione nello spazio vuoto che circonda un’opera. Illuminare i neri, addensare i gialli, infuocare i rossi… animare i bianchi. 

BARGONI

Espongo, accanto ai più recenti, alcuni quadri del 1960 dove, pur nelle difficoltà “esistenziali”, indagavo dentro la luce del bianco con uguale angoscia e passione.

I materiali erano recuperati e scelti per necessità; tuttavia conservo i ricordi di quel tempo con nostalgia e le scelte obbligate furono sovente fonte di soluzioni inattese e sorprendenti. Allora volevo anche dare corpo e colore alle parole dei poeti, prima di afferrare, dentro la pittura, l’anima viva della luce. (Giancarlo Bargoni)

Giancarlo Bargoni