In teoria Mantegna non lo avresti detto il pittore del cuore di Bargoni: lontano pareva essere l’austero rigore spaziale tipico della fine del Quattrocento, ma privo del fascino del divino Piero, ed estranea anche una certa secchezza polverosa della tempera a fresco, pur animata e intensificata da qualche sapiente incisione.
Eppure. Di fronte alla bellezza della Camera Picta, pur distante nei modi e nella storia, ma tuttavia interrogativa, Bargoni ha risposto. E ha risposto non le frivolezze e la facilità saccente delle citazioni e dei giochi di parole/immagini, ma il linguaggio vero del suo dipingere, obbligato, come ha scelto, ad affrontare la diversità dell’altro in questa amicizia suprema che è proprio il disaccordo. Ha fatto molti disegni sulla base degli affreschi. Alcuni li ha conservati come episodi del percorso; altri li ha distrutti, momenti superati. Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. E dagli affreschi, tolti i disegni, i colori sono diventati la sostanza dei quadri.
Qui eut imaginé que Bargoni serait atteint en plein cœur par Mantegna? Le peintre semble si loin de l’austère rigueur spatiale caractéristique du quattrocento finissant, qui ne réchauffe pas le charme du divin Piero… Il paraît si étranger à la fresque à la détrempe, sèche et poudreuse, même lorsque quelque savante incision vient la saturer et l’animer… Et cependant, par delà le temps, par delà la technique, la beauté de la Camera Picta a interrogé Bargoni, et Bargoni lui a répondu. Il n’a mis aucune frivolité en ses réponses, il a méprisé la pédante facilité de la citation, du jeu des mots, du renvoi d’images. Non; à la beauté de la Camera Picta, il a répondu avec le langage vrai de sa peinture, se contraignant à aborder la diversité de l’autre dans cette amitié suprême qu’est vraiment le désaccord.
Il a beaucoup dessiné à partir des fresques. Certains de ces dessins, il les a conservés, comme autant d’épisodes de son parcours; les autres, instants dépassés, il les a détruits. «Ciò che non siamo ciò che non vogliamo» (E. Montale). Alors les couleurs des fresques, libérées du dessin, sont devenues la substance des tableaux.
Brenda Bacigalupo – Traduction par Béatrice Comte